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"Tra le tante scritture poetiche nei dintorni della figura paterna emerse in questo tempo, La complicità del plurale si distingue proprio per la pluralità interpretativa e per la sovrapponibilità delle esperienze; per la capacità dell'autore di parlare di sé, della propria esperienza, agendo nel contempo immagini e suggestioni che avvengono in nome di tutti. Non è talento indifferente, se collegato alla domanda d'esordio: sì, Marco, questa scrittura valeva assolutamente l'accadere, e assolutamente vale l'essere condivisa e letta." Dalla prefazione di Augusto Pivanti.